In Senegal con Les Enfants de Ornella ~ Paula Usai
L’Oceano, i pescatori, i villaggi, la spiaggia che nel pomeriggio diventa luogo di rincontro, dove si gioca a calcio e si passeggia proprio come in una piazza di città. Questa è la costa fra Yenne sur mer, Niangal e Toubab Dialaw in Senegal, una ottantina di chilometri da Dakar.
I bambini che non vanno a scuola qui sono numerosissimi, le loro famiglie sono povere e ritengono più utile tenerli a casa e farli lavorare che mandarli a scuola. A Kelle sur mer esiste un centro di accoglienza, fondato da Italiani e gestito da Senegalesi che cerca di dare un futuro diverso a questi giovani, partendo propri dall’educazione. L’idea è nata 15 anni fa da Severino Proserpio, di Como, un passato da sindacalista della CGL, da sempre attento ai problemi dell’immigrazione. Il centro si chiama “Les Enfants D’Ornella” – “I bambini di Ornella” in ricordo a sua moglie, appassionata sostenitrice di questo progetto. Qui si impara a leggere, scrivere e a fare i conti in francese. Lingua fondamentale per sperare in un futuro diverso e cercare un lavoro. Insomma si parte da zero.
I Bambini che frequentano le classi vengono preparati per poter essere ammessi alla scuola pubblica. Pière, educatore e coordinatore dell’attività didattica e Baba educatore anche lui, sono riusciti a convincere molte famiglie locali di pescatori e non solo di inviarli al centro. E così, poco a poco, i bambini di spiaggia stanno intraprendendo il percorso scolastico.
Oltre all’alfabetizzazione, nel centro si tengono lezioni di musica. Il maestro si chiama Donald. Scrive, canta e suona le sue canzoni e un giorno forse troverà il successo. Margot, la direttrice, cura i legami con le autorità locali.
La colonna portante è Angelo, casertano, fondatore della ONLUS “Formazione Solidale”, che affianca le attività dei Bambini Di Ornella. È un vulcano di idee e di energia.
La scuola di cucito è un’altra realtà importate dell’associazione. È rivolta solo alle ragazze, dura tre anni, al termine dei quali le studentesche avranno imparato il mestiere di Sarta, che qui in Senegal è ancora appannaggio degli uomini. La scuola scuote grande successo e per essere ammesse c’è la fila.
Les Enfants D’Ornella si occupa anche dei talibè, quei bambini soltanto maschi che tutti i giorni vagano per le strade dei villaggi a chiedere le elemosina. Si riconoscono per in mano tengono sempre un recipiente che non abbandonano mai e che considerano il loro tesoro. Non sono orfani, sono le loro famiglie che li affidano fina da piccoli al Marabout, il maestro religioso, una sorta di maestro di vita, una figura ambigua.
I soldi che raccolgono servono al Marabout per vivere, e se non portano quanto richiesto, subiscono violenze. Lui in cambio insegna a loro il Corano. Sono obbligato a impararlo a memoria, ricopiando i versi in arabo su queste tavole di legno. Vivono qui insieme al Marabout nelle Dare, case semidiroccate in condizioni igieniche spaventose, dormono per terra nel degrado assoluto, nessuno si prende cura di loro se non I Bambini di Ornella. Ciò nonostante non perdono mai il sorriso. Tutti i pomeriggi Baba si reca in varie Dare della zona per insegnare ai talibè le basi del francese. Alcuni non parlano neanche il Wolof, che è la lingua locale più diffusa. Molti di loro non rivedranno mai più le loro famiglie.
Una volta alla settimana i Talibè vengono portati al centro. E per loro è molto di più che un giorno di festa: per qualche ora tornano ad essere solo bambini. Giocano, si lavano, indossano dei vestiti puliti e se serve vengono medicati. C’è il pasto caldo preparato da Sofie e Ami. E in fine tutti insieme a guardare un documentario.
San Boutè non esiste sulle carte geografiche. È in mezzo al nulla. Per arrivarci bisogna fare quasi mille chilometri, attraversare la Savana zone desertiche e piccoli centri abitati. San Boutè, vicino al confine con la Mauritania è un villaggio speciale. Grazie all’impegno e il contributo di alcune ONLUS Italiane, San Boutè ha oggi una vera propria scuola in muratura e delle pompe idrauliche che permettono di idratare campi per coltivare riso e il miglio. Questo rendo il villaggio autosufficiente.
Qui siamo venuti a consegnare materiale scolastico: zainetti colorati con dentro matite, gomme, penne, quaderni: il minimo indispensabile per un bambino che va a scuola. San Boutè va fiera dei progressi raggiunti, tanto fiera che il villaggio intero ci ha voluto accompagnare, per faci vere i loro preziosi campi verdi in mezzo al deserto. Il miglio è talmente importante, che ogni infiorescenza viene protetta.
Ecco cosa fa in questa parte di Senegal l’associazione dei Bambini di Ornella. Per i talibè, per le ragazze e i ragazzi adolescenti, per i bambini di spiaggia, è un punto di riferimento fondamentale. Una certezza alla quale si possono aggrappare. Noi volontari Federico, Tiziana, Andrea, Paula, abbiamo visto e toccato con mano la passione di chi lavora qui tutti i giorni. Una sfida che stanno vincendo.